Macbeth Blackout
Teatro Prosa
da Macbeth, tragedia di William Shakespeare e melodramma di Giuseppe Verdi, testi di Francesco Maria Piave
Produzione: Nautilus Cantiere Teatrale APS
Adattamento e regia: Valentina Ferrara
Tecnica: Sergio Baldin
Registrazioni audio: Stefano Ferrara
Musiche dal vivo: Cecilia Franchin
Coreografie: Manuel Bendoni
Le fatidiche sorelle: Daniela Calvene, Arianna Guglielmi, Federica Omenetto
Macbeth: Daniele Berardi
Lady Macbeth: Carlotta Schneck
Banquo: Fabio Menon
Fleance: Alessandro Cardone
Un Soldato: Carlo Properzi Curti
Un Messaggero: Gianfranco Cardone
Macduff: Federico Bruno Calearo
E con la straordinaria partecipazione di:
Piergiorgio Piccoli, Carlo Properzi Curti e Gigliola Zoroni
nelle Voci della radio e di
Regina Maria Barcaro e Nicole Scotton, creature di sogno.
“Nulla di più grande, né di più terribile del Macbeth seppe creare la musa tragica dopo l’Eumenidi di Eschilo” (Wilhelm Schlegel)
Una scena ridotta all’unità di un altare, che è anche un semplice tavolo, attorno al quale, alla luce delle candele, si svolgono le vicende del dramma, quasi precipitando: suggestionato da apparizioni soprannaturali e dall’ambizione della amata sposa, il valoroso Macbeth uccide re Duncan e s’invischia in una catena di delitti fino a prendere coscienza della vanità del mondo e della diabolica insidiosità delle profezie.
L’ambientazione contemporanea rende più immediato il rapporto tra noi, la vicenda che evochiamo, e i suoi protagonisti. Liberati dal loro contesto storico e avvicinati anche fisicamente al pubblico, questi archetipi, che si muovono in una oscurità tangibile che è anche riflesso delle tenebre della loro mente, dialogano con le nostre stesse paure e i nostri desideri più inconfessabili.
La musica di Verdi vivifica emotivamente dei passaggi cruciali, mentre il telefono e la radio ci restituiscono le parole di Shakespeare in una chiave inattesa.
Il blackout, inaugurato dalle ripetute invocazioni della notte e dei demoni, lascerà nuovo spazio alla luce, in un finale immaginario. I morti, con la potente immagine della danza macabra, di medievale matrice, sono di nuovo in piedi, danzanti, consolati ed in pace, viaggiano verso un’altra dimensione, verso un altro mondo. Anche Macbeth, forse, può nell’aldilà trovare la pace.
“I drammi di Shakespeare sono creazioni poetiche e vanno presentati ed eseguiti come tali.”
“Nel Macbeth l’aria è densa di mistero, tutta l’azione è regolata da una potenza invisibile; e sono proprio quelle parole che non si sentono mai, proprio quelle figure che raramente prendono una forma più definita di una nuvola, a dare al testo la straordinaria bellezza, lo splendore, la profondità, l’immensità che lo distinguono. A me sembra che questo dramma non sia mai stato rappresentato in modo esatto perché non abbiamo mai sentito gli spiriti agire mediante la donna sull’uomo…se si ammette che l’elemento spirituale, ciò che Shakespeare designa col nome di Streghe e di Spettri, è in qualche modo connesso con la sofferenza di questi due esseri umani, Macbeth e la sua Lady, allora questi due personaggi lo devono mostrare al pubblico. Ma riuscire a portare questi spiriti e i loro strumenti a un’armonia effettiva non dipende solo dagli interpreti delle due parti principali: dipende anche dagli interpreti delle streghe, e soprattutto, del regista” (Edward Gordon Craig)
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Info e prenotazioni al 0444-922749 dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.00.